CENTRO STUDI - Hall of Fame 2015

Hall of Fame 2015 by Roberto Cerrone

La nostra casa dei famosi, o meglio l’arca dei nostri eroi come qualcuno ama tradurre questa terminologia Anglosassone. Per noi Romanisti sono i personaggi che più hanno dato alla nostra gente, che più hanno ricevuto il nostro amore.

Dal 2012 abbiamo già 19 giocatori nella Hall of Fame, a questi si vanno ad aggiungere  Guido Masetti, Sergio Santarini, Damiano Tommasi, Gabriel Batistuta, in ordine cronologico di militanza giallorossa.

Guido Masetti, nato a Verona il 22 novembre 1907, ha avuto una lunga militanza Romanista. Arrivato sulle sponde giuste del Tevere nella stagione 1930/31, ha indossato in serie A solo la nostra maglia, e lo ha fatto per 339 volte, 5° nella classifica delle presenze Romaniste, superato da Daniele De Rossi nell’ultima stagione. Esordisce a Modena, dove la nostra amata pareggia 1 a 1, era il 28 settembre 1930 e subito diventa titolare, solo qualche infortunio gli tolse il posto, raramente, fino alla fine della sua carriera, terminata con la stessa maglia nel 1943. E’ Guido Masetti il portiere del primo scudetto Romanista e lo fa giocando 29 delle 30 partite, lasciandone una a Risorti. Di quella Roma è anche il capitano, allora non si usava la fascia al braccio. Di quell’anno vittorioso, gli annali ricordano il rigore parato nella decisiva trasferta di Venezia.

 Diventato allenatore, fu chiamato al capezzale della nostra Roma a sostituire Serantoni nella speranza, rimasta tale, di evitare la nostra unica retrocessione nel 1951. Anche nel 1957 fu chiamato da una Roma in crisi di risultati, non di gioco, a sostituire Sarosi, uno dei grandi del calcio d' allora.

In nazionale giocò solo 2 gare ed era il 2° portiere nei 2 mondiali vinti nel 1934 e 1938. Anche 7 presenze in Europa e 19 in Coppa Italia.

Arrivato nella città eterna a 23 anni, se ne è andato a 86 anni, quando anche l’ultimo respiro l’ha fatto a Roma, era il 27 novembre 1993.

Sergio Santarini nasce a Rimini il 10 settembre 1947, nella stessa città di Federico Fellini. Cresce in serie C nella sua città, poi in una gara giocata come prestito nel Venezia contro il Santos di Pelè, lo vede Italo Allodi che se lo porta all’Inter, alla corte di Herrera, dove esordisce nella massima serie. Poco tempo per indossare la maglia del Biscione, ed eccolo accompagnare Helenio Herrera nella sua avventura Romana, e lo fa con Aldo Bet con il quale farà coppia centrale in difesa e ne diventerà il cognato. Esordio con noi il 29 settembre 1968 nella sconfitta interna con la Fiorentina (gol lampo di Taccola, in quell’occasione) che vincerà lo scudetto. HH sostituisce Giacomo Losi (da tempo nella Hall of Fame) come libero con Santarini, dopo 8 giornate di campionato. Piano piano Sergio conquista i tifosi e segna il suo primo gol giallorosso alla Juventus, alla 3° giornata del campionato 1968/69. La seconda coppa Italia della nostra storia, lo vede protagonista, come lo sarà per ben 13 stagioni. Nel 1976 eredita la fascia di capitano da Ciccio Cordova. E’ Lui a sollevare la terza Coppa Italia della nostra storia, e sempre con Lui si vince anche la 4° Coppa Italia. La finale di ritorno a Torino, pareggiata e poi vinta ai rigori (tra cui 1 realizzato da Santarini), sarà la sua ultima gara da Romanista, poi lo attenderà il Catanzaro. Tante presenze con la nostra maglia e qualche soddisfazione. 344 partite in serie A (4° nella nostra classifica di sempre, anche Lui superato quest’anno da De Rossi) con 5 gol, 15 presenze nelle Coppe Europee e 70 presenze con 1 gol in Coppa Italia. Santarini sarà anche, per 1 stagione, allenatore della nostra Primavera e, sempre per una stagione, vice allenatore di Carlos Bianchi.

Damiano Tommasi, nato a Negrar (Verona), il 17 maggio 1974 è, a ragione, da considerare, nei tempi recenti, uno dei giocatori più amati dalla tifoseria e questo grazie al suo impegno in campo dimostrato in tutte le occasioni in cui è stato chiamato, oltre al suo famoso gesto di accettare un contratto al minimo pur di vestire la nostra maglia e, a fine carriera, scegliere di giocare all’estero per non incrociare da avversario la sua Roma. Il suo esordio coincide con una vittoria, 3 a 1 al Piacenza sul nostro terreno, è il 7 settembre 1996. Passano 3 giorni, ed eccolo esordire con gol nella sua prima gara Europea, a Roma contro la Dinamo Mosca, la storia sotto il cielo di Roma inizia sotto i migliori auspici. Nel nostro 3° scudetto, Damiano Tommasi è l’unico giocatore a scendere tutte e 34 le volte necessarie per vincere il titolo e lo fa con gare giocate alla grande e dove segnerà anche 3 gol importanti e tutti in trasferta, a Lecce, Bergamo e Udine. Conquista la nazionale e fa incidere da tifosi giallorossi il famoso coro “gioca bene o gioca male, noi vogliamo Tommasi in Nazionale”. Carlo Zampa lo battezza Anima Candida per il suo grande impegno nel sociale. Nel 2004 un grave incidente sembra fermarlo a 30 anni. Per una stagione sta completamente fermo ma, dopo aver firmato il già citato contratto ai minimi salariali, eccolo riprendersi un po’ della sua Roma, aiutandola a portarla alla finale di coppa Italia anche grazie a un suo gol nella semifinale con il Palermo. Più volte ha indossato la fascia di Capitano, naturalmente in assenza di Francesco Totti. 263 presenze e 15 gol in serie A, 53 presenze e 3 gol in Europa, 34 gettoni e 4 reti in Coppa Italia. Anche 25 presenze e 1 gol con la maglia della nazionale, sempre vestita da Romanista. Ora è Presidente dell’associazione Italiana Calciatori.

Gabriel “Omar” Batistuta, Argentino di Reconquista, dove è nato il 1° febbraio 1969. Un amore improvviso, breve, ma intenso con la nostra tifoseria. Un arrivo fortemente voluto da Franco Sensi per dare una svolta decisa e rispondere allo scudetto vinto, l’anno prima, da una società nata Podistica. Il suo arrivo è prepotente, la sua carica agonistica trascina in molte occasioni la Roma verso il suo 3° scudetto. Montella è in possesso del 9 e allora Lui si prende il 18. La prima stagione sono 20 gol ed è scudetto! Come non ricordare i 2 gol a Parma a ribaltare un risultato che era negativo, il suo gol contro la sua ex squadra, la Fiorentina. Anche un gol nell’apoteosi del 17 giugno 2001. Proprio la numero 20 sarà la sua maglia nell’anno e mezzo che starà ancora con noi, con altri 10 gol in campionato per un totale, in A, di 30 per 63 presenze, una media monstre. 21 le presenze con 2 reti in Europa, 2 presenze e 1 gol in Coppa Italia. A Firenze, dopo 151 gol i tifosi l’hanno omaggiato con una statua, a Roma con 30 lo mettiamo nella nostra storia, anche se condivisa brevemente.

Aspettiamo i prossimi nella Hall of Fame!

 

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